Il veleno d'api
Il veleno d'api: amico o nemico?
Il veleno d'api, o meglio, il pungiglione dell'ape è la principale preoccupazione di chi si avvicini per la prima volta ad un alveare. E' da tutti conosciuto come la puntura dell'ape operaia (che può contenere 100-150 microgrammi di veleno) possa essere non solo fastidiosa ma dolorosa. L'effetto del veleno d'api ci fa pensare a braccia gonfie e ad apicoltori bardati con maschere e giubbe protettive...
Inoltre il veleno d'api e le punture delle api guardiane sono tornate alla ribalta durante le discussioni sull'ape cosiddetta africanizzata, che sta colonizzando da qualche anno Brasile e America Latina: ape di grande aggressività, ha una reazione molto più potente rispetto all'ape Europea quando ci si avvicini all'alveare anche solo urtandolo leggermente: famosa per rincorrere l'intruso fino ad una distanza di 3 Km, famosa per reagire per 30 minuti dopo l'intrusione (a differenza dei 3 minuti dell'ape Europea).
Il veleno d'api: una paura legittima?
Un'attenzione legittima a non disturbare senza motivo l'alveare. Da apicoltori si sdrammatizza l'aggressività dell'ape: si conosce come l'ape Europea sia mansueta (seppur non considerata domestica e pur mantenendo intatto il suo potenziale di difesa). Dunque è per tutti possibile avvicinarsi ad un alveare per osservare le api? Assolutamente si: attraverso i nostri percorsi di didattica e visite guidate i nostri clienti possono avvicinarsi al misterioso mondo dell'alveare senza paura di ricevere punture.
Il veleno d'api: prodotto dell'alveare?
Assolutamente si! Non solo polline, miele e pappa reale. Il veleno, la cui raccolta è possibile senza provocare la morte dell'ape (che muore a causa del pungiglione dentellato qualora punga un vertebrato come l'uomo) è riconosciuto come un prodotto delle api dagli importanti effetti curativi.
Composizione:
Dal libro "Curarsi con tutti i prodotti delle api" di T.Cherbuliez e R. Domerego (Ed. L'Altra Medicina"):
<< Il veleno è una miscela molto complessa che racchiude ancora molti misteri. Secreto da due ghiandole, una acida e una alcalina, situate nell'addome dell'insetto, poi immagazzinato in una sacca, è costituito per l'85% da acqua. IL 15% residuo è composto da:
-
- proteine, per la metà, la cui composizione dipende di volta in volta dal nettare raccolto, dal polline consumato e dall'età dell'ape;
- peptidi, fra cui la metallina, responsabile del dolore e degli stati di shock;
- ammine;
- enzimi;
- fosfolipidi e glucidi;
- componenti volatili. >>
GiustoAcquisto vi offre una linea di prodotti interamente dedicata al veleno d'api: https://www.giustoacquisto.com/prodotti-delle-api/propoli-e-veleno-api/unguenti-e-prodotti-al-veleno-d-api.html
Prodotti cosmetici come il siero lifting al veleno d'api e acido jaluronico: https://www.giustoacquisto.com/siero-lifting-contorno-occhi-al-veleno-d-api-con-acido-jaluronico-15ml.html
Di tutti i prodotti dell'alveare, nella ricerca sopra menzionata, il veleno d'api ha dato i risultati migliori nella cura dell'artrite, grazie ai suoi principi attivi come la mellitina, la fosfolipasi A2, l'adolapina e soprattutto le loro sinergie che ne sarebbero la causa determinante. Ognuna delle sue componenti ed in particolare l'apamina (un piccolo peptide) sarebbe efficace nel ritardare il formarsi delle lesioni iniziali: studi hanno evidenziato come l'iniezione del veleno in apiterapia generi un aumento del tasso di cortisolo plasmatico, un antinfiammatorio fisiologico ("Curarsi con tutti i prodotti delle api" di T.Cherbuliez e R. Domerego - Ed. L'Altra Medicina").
Utilizzo del veleno d'api:
Sempre citando la ricerca di Cherbuliez e Domerego:
<<Le infiltrazioni di apitossina sono impiegate con successo nel trattamento della spondilartrite anchilosante, che colpisce le articolazioni della colonna vertebrale e del bacino, come pure nelle artriti, in fase acuta o cronica, nell'artrosi e nelle nevralgie. Certe applicazioni permettono di applicare l'apitossina sotto forma di unguento. In veterinaria l'estratto di propoli ha dato prova della sua efficacia nelle situazioni di infiammazione acuta o cronica, come pure nei casi di artrite reumatoide >>.
Puoi acquistare il libro di Cherbuliez e Domerego nella nuova sezione "libri" di GiustoAcquisto che sarà disponibile dal 15/06/2017.
Dunque il veleno d'api si è dimostrato, in questa breve trattazione, non solo un'efficacie meccanismo di difesa dell'alveare, ma un vero e proprio prodotto dell'alveare che può avere benefici anche per l'uomo che lo utilizza sotto forma di pomata, unguento o siero.
Oltre alle molteplici preparazioni si è sviluppata negli ultimi decenni anche una branchia della medicina conosciunta col nome di "Apiterapia", dove le iniezioni controllate di veleno d'api vengono utilizzate per la cura di alcune patologie.
Non dimentichiamo però che vi sono persone allergiche al veleno d'pi: l'allergia si manifesta con gonfiori in punti del corpo anche lontani dalla puntura ricevuta. Vi sono inoltre persone che possono sviluppare addirittura uno shock anafilattico che può essere pericoloso per la vita stessa della persona: perciò stiamo molto attenti. Per chi sia allergico e voglia evitare di passeggiare nei prati e nei boschi senza la paura di una puntura, ci sono prodotti che il vostro medico può consigliarvi per poter far fronte ad un'eventuale emergenza (ad esempio cortisone per le allergie e l'adrenalina per gli shock anafilattici). Rivolgetevi al vostro medico di famiglia per maggiori informazioni.
Da anni ormai in Italia si possono trovare in commercio unguenti per massaggi a base di veleno d'api, artiglio del diavolo e oli essenziali (GiustoAcquisto vi propone l'unguento al veleno d'api e artiglio del diavolo per massaggi prodotto da Domenici e la Pomata al veleno d'api e artiglio del diavolo prodotta da Bioapinatura) in confezioni da 15ml, 30ml e 50ml.
L'effetto è da considerarsi "termogenico" e spesso si consiglia di applicare massaggiando e coprire poi la parte trattata con un tessuto pulito.
La raccolta del veleno d'api
Il veleno d'api viene raccolto tramite piccole trappole poste all'entrata dell'alveare: a mezzo dell'emissione di un impulso elettrico l'ape entra in allarme ed esce dall'alveare: riconoscendo nella trappola l'origine del disturbo l'ape punge la parte metallica responsabile dll'emissione del segnale: una piccola goccia di veleno esce dal pungiglione dell'ape stessa e viene raccolta in forma solida (il veleno si solidifica a contato con il metallo). L'apicoltore poi periodicamente si reca in apiario per il raccolto.
Unica accortezza per gli amici apicoltori: la raccolta del veleno d'api, a causa dell'effetto di disturbo arrecato dal meccanismo di raccolta, rende le api un pochino più aggressive del normale: si consiglia dunque di porre queste trappole in apiari lontani da zone urbanizzate, da strade e da sentieri.